domenica 31 ottobre 2010

Lady Laida e la lotta di classe

Signore e signori, oggi [nota - Repubblica, 14 ottobre] l'insigne intellettuale Camille Paglia sproloquierà sul tema "La fine del sesso nell'era di Lady Gaga". Diamole subito la parola:
Lady Gaga è la prima grande stella dell'era digitale. Da quando ha raggiunto il successo, è rimasta pressoché sempre in tournée. E' dunque un obiettivo mobile, che finora ha eluso un'analisi approfondita.
Giusto. Non si può fare un'analisi approfondita di Lady Gaga finché è un obiettivo mobile: il problema è trovare un cecchino in grado di farle interrompere la tournée. Ma nel frattempo...
E' spesso ripresa mentre cammina barcollando, con indosso un negligé assurdamente bizzarro e una parrucca orrenda. Gran parte di ciò che ha raccontato di sé non è stato confermato in via indipendente. I suoi fan si bevono senza batter ciglio le sue affermazioni più strampalate e più volte ribadite: "La musica è falsità", "L'arte è falsità", "Gaga è falsità", per terminare con un "Io mento molto spesso".
Un momento, dire che l'arte sia falsità sarebbe un'affermazione strampalata? E da quando? Forse Lady Paglia sarebbe sorpresa di scoprire che il termine "arte" in latino - oltre che "professione", "abilità", "teoria", e "prodotto dotato di valore estetico" - significa "furberia", "astuzia", "inganno" (ha la stessa radice di artificium). Questi concetti così diversi tra loro sono dunque da sempre, nell'arte, indissolubilmente legati.

Tanto è vero che i Romani distinguevano la musica "naturale" - ovvero i suoni della natura, come lo scroscio delle onde marine ed il canto degli uccelli - da quella "artificiale" in quanto composta dall'uomo: autenticità vs. falsificazione, appunto, ed è nel territorio di quest'ultima che sta l'arte musicale come la intendiamo noi oggi.
Lady Gaga sbandiera il suo legame simbiotico con i fan - i "piccoli mostri" li chiama - che lei incoraggia ad "amarsi", come se fossero oggetti danneggiati che necessitano del suo intervento terapeutico e riparatore. "Siete delle superstar! Non importa chi siete davvero!" urla loro dal palco, mentre i loro soldi vanno a finire nelle sue tasche. 
A Lady Paglia sfugge che oggi il valore supremo - il fine, quindi, per ogni popstar nonché per ogni adolescente mostriciattolo, non sono i soldi ma la celebrità in quanto tale. Almeno in questo, gli anni Ottanta sono finiti davvero: e a maggior ragione ciò è vero per Lady Gaga, che senza avere alcuna qualità specifica ha costruito proprio sulla fama un fortunatissimo schema di Ponzi.


A una rivista ha confidato con fervore quasi messianico: "Adoro i miei fan più di qualsiasi artista abbia mai vissuto". Dichiara di aver cambiato la vita dei disabili, rimasti elettrizzati dalla sua parodia con le grucce ricoperte nel suo video Paparazzi. Benché si presenti come la portavoce di tutti i personaggi più strani e disadattati della vita, vi sono poche prove che lo sia davvero.
Forse perché non è tenuta ad esserlo. Si chiama scissione tra l'artista come io narrante e l'artista come persona: chi la ignora rischia di dire delle sonanti cazzate, specie se cerca di dare lezioni sulla cultura pop. E infatti...
E' cresciuta in una famiglia benestante, negli agi, e ha frequentato la stessa elegante scuola privata a Manhattan di Paris e Nicky Hilton.
Ehi ragazzi, avete capito? Gaga ha fatto la stessa scuola di Paris Hilton, quindi non è vero che è una autentica puttanazza di strada come vuole farvi credere! E' come i Club Dogo, che sembrano ragazzacci violenti ma invece il loro papà è pieno di soldi e gli compra pure la bamba.
Vi è un divario abissale tra l'autoritratto melodrammatico che Gaga dà di sé come artista solitaria, ribelle ed emarginata e la potente macchina imprenditoriale che sovvenziona il suo look e il suo trucco e che ha fatto trasmettere le sue canzoni dalle emittenti radiofoniche in sequenza pressoché ininterrotta e pressoché ovunque.
Veramente nel fenomeno ladygaghesco, come in pochi altri, il successo è arrivato soprattutto con una mastodontica omologazione dal basso in cui il Web ha giocato un ruolo determinante. Se Lady Paglia sapesse cosa sono i social network, magari potrebbe concentrare su quelli la sua analisi; invece no, si sveglia fuori tempo massimo, sente un tormentone e pensa di sbugiardarlo ricorrendo alla solita vecchia favoletta della popstar catapultata sul popolo grazie alla Spectre delle multinazionali discografiche / tv / emittenti radiofoniche. Questo solleverebbe il pubblico da ogni responsabilità, lasciando alla Lady Paglia stessa il ruolo dell'intellettuale demistificatrice che giunge alfine per smascherare le false ribellioni.


Come se non bastasse, Paglia la tira per le lunghissime (yawn):
Lady Gaga è un personaggio costruito a tavolino, e anche da poco. Alcune foto di Stefani Germanotta scattate pochi anni fa mostrano una spumeggiante brunetta dall'aspetto raggiante.
Certo, perché notoriamente una foto è la verità (come potrebbe confermare anche l'illustre semiologo Fabrizio Corona).
La Gaga di fama mondiale, tuttavia - quella che indossa vistose parrucche e giganteschi occhiali da sole (indossati villanamente anche nelle interviste) - la si vede fare smorfiosamente la bambolina oppure cadere nel macabro, senza traccia alcuna di spontaneità. Ogni sua apparizione in pubblico, addirittura (che assurdità!) negli aeroporti - dove la maggior parte delle celebrità cerca invece di passare inosservata - è stata precedentemente studiata in ogni dettaglio, con tanto di completino sgargiante e vistoso, e i suoi capelli sono stati pettinati in modo bizzarro e quanto mai stravagante da un team invisibile di folletti. 
Appunto, si chiama mitopoiesi ed è lo stesso giochino attuato [dalla Lega Nord] con ampolle e giuramenti per crearsi una fortissima base di fanatici. Ma proprio perché questi "miti" sono così recenti, la loro analisi non si può fermare ad una loro superflua negazione - che semmai va praticata verso altri miti, quelli consolidati ed ampiamente avallati anche dagli intellettuali - ma dovrebbe spiegare in prima istanza come sono stati costruiti e su quali fondamenta poggiano.
E soprattutto, in questo caso, dovrebbe parlare di SESSO: perché siamo ormai a metà dell'articolo, e ancora non ce n'è traccia (evidentemente questa era solo l'introduzione). Ora finalmente Lady Paglia rompe gli indugi...
Oltretutto, malgrado il fatto che metta in mostra interi metri quadrati di pallida carne e indossi i classici orpelli dei feticisti e masochisti della prostituzione urbana, Gaga non è affatto sexy, essendo piuttosto simile ad una marionetta spilungona o ad un androide di plastica.
Cioè, stai dicendo che la mittica Lady Gaga è brutta? Hai ragione: probabilmente non arraperebbe nemmeno un ergastolano che non vede topa da vent'anni nemmeno in fotografia. Ma tale constatazione, per quanto veritiera, è comunque di infimo livello.
Come è mai possibile che una figura così costruita a tavolino e artificiale, così morbosa e stranamente antisettica, così sprovvista di autentico erotismo, sia diventata l'icona della sua generazione?
Forse perché non è così stupida da pensare che per diventare "icone generazionali" occorra come prerequisito essere icone sessuali.
Può essere che Gaga incarni la fine ormai estenuata della rivoluzione sessuale?
No, nel senso che era già finita una vita fa. E comunque "la fine della rivoluzione sessuale" non è che sia proprio uguale a dire "la fine del sesso"...
Con la maniacale parodia di Gaga di un personaggio dopo l'altro - esasperata, eccessivamente calcata e claustrofobica - potremmo aver raggiunto la fine di un'epoca... Gaga ha preso in prestito così tanto e così intensamente da Madonna (come nel suo ultimo video intitolato Alejandro) che dovremmo chiederci a che punto l'omaggio si trasformi in plagio.
Mai sentito parlare del postmodernismo?
In ogni caso, il fatto è che Madonna da giovane era tutta un fuoco, era davvero l'incontrastata di Marlene Dietrich.
"TUTTA UN FUOCO"! Basta, date fuoco alla traduttrice per favore.
 Per Gaga, invece, il sesso è più che altro decorazione, apparenza, e lei è come un falso mobile rococò realizzato in laminato.
Un po' come il tuo cervello, insomma...
 E' inquietante tuttavia che la Generazione Gaga non riesca a coglierne la differenza.
Primo, non esiste nessuna "Generazione Gaga" ma solo un target sensibile a Lady Gaga. Secondo, la suddetta Lady Gaga si dà il caso che di mestiere faccia la cantante e non la pornostar: dunque nel suo caso bisognerebbe semmai stupirsi di quanto marginale e decorativa sia la musica (che peraltro fin qui non è stata neanche nominata). Terzo, ammesso che ce ne freghi qualcosa, perché non lo chiediamo ad un fan di Lady Gaga se davvero coglie questa differenza tra chi è "tutta un fuoco" e chi è solo un "mobile in laminato"?
E' la morte del sesso?
Vabbè, ora non confondiamo le tue beghe personali con il mondo intero dai. Succede dalla notte dei tempi.
Forse, lo status simbolico che il sesso ha rivestito per un secolo è andato perduto. Forse, la sua traiettoria innovatrice può dirsi conclusa...
... e forse il prof. Cacciari direbbe a questo proposito che il sesso è ormai un concetto inerziale come la destra e la sinistra:

Nel frattempo, avete notato che quando un filosofo (o simile) non ha nulla da dire, se ne salta fuori dichiarando che "è finito" l'x, che "è morto" l'y, che "è obsoleto" lo z, che "siamo al tramonto dell'era" del w? Il finismo è davvero un serbatoio inesauribile per discorsi a cazzo.
Gaga assomiglia a una cometa, a una raffica stimolante di novità, quantunque di fatto si limiti a riciclare con determinazione e senza problemi il lavoro altrui. E' la diva del déjà vù. Gaga si è facilmente impossessata di un po' di tutto, rubacchiandolo ad attori come Cher, Jane Fonda nel suo ruolo di Barbarella, Gwen Stefani e Pink, ma anche ad autentiche muse della moda come Isabella Blow e Daphne Guinnes. 
Spiace ripetermi ma... hai mai sentito parlare di "postmoderno"? Risparmieresti un sacco di descrizioni inutili.
Le drag queen - che Gaga dichiara apertamente di ammirare - sono di gran lunga più sexy nei loro completini audaci di quanto sia lei.
Ri-spiace ripetermi ma... di tutte le colpe che può avere Lady Gaga, mi pare ridicolo imputarle anche quella di non essere abbastanza sexy: essa semmai potrebbe esser quasi un titolo di merito, come riscatto corporale della bruttezza rispetto agli stereotipi consolidati. 
Le espressioni facciali di Gaga si limitano a occhiate furtive e accigliate attraverso tutto quel ciarpame. Nei suoi filmati avvicina il suo lugubre e vacuo volto alla telecamera e a noi fa venire i brividi. E' coatta. 
Ma se state rabbrividendo anche voi, niente paura... ora Lady Paglia inventerà un getto di acqua calda per riscaldarci un po':
Marlene e Madonna davano quanto meno l'impressione, vera o finta che fosse, di essere pansessuali. A dispetto di tutto il suo dimenarsi e atteggiarsi, Gaga è asessuale. Andarsene in palestra in pieno giorno indossando un bustino nero, calze a rete e tacchi a spillo come ha fatto Gaga di recente non è affatto sexy, bensì sintomo di una sessualità disfunzionale.
Proviamo a confrontare le insipide canzoni di Gaga, con le loro sillabe insulse da filastrocca infantile, con il titolo e l'ipnotico ritornello della prima canzone e del video di Madonna studiati per attirare l'attenzione su Mtv, Burning Up, con tutto quel fondamentale immaginario di fuoco e la famosa proposta di fellatio, allora scandalosa. Al posto della valorosa forza vitale di Madonna, in Gaga riscontriamo soltanto un'inquietante tendenza alla mutilazione e alla morte...
Diciamo che in queste righe Lady Paglia ha raggiunto il culmine del suo sforzo erotico-estetico-intellettuale; risolvendo il cosiddetto "confronto" fra Gaga e Madonna con la vittoria di quest'ultima per un valoroso pompino a zero. Si vola alto insomma.
Gaga tende a essere al di sopra delle sue stesse pretese di avanguardia...
(la sala esplode in una fragorosa risata)
Vuole essere tutto e il contrario di tutto, essere hip e all'avanguardia ma anche popolare e universale, una che pratica lo showbiz in modo fanatico. 
Già, che ci vuoi fare, su Complottoemezzo lo chiamano Mainstrindie: non è colpa nostra se non ti documenti. Comunque ora fermati, basta, se continui così finisci per farmela piacere...
La maggior parte dei suoi devoti ammiratori pare avere scarsi rapporti o forse nessuno con personaggi travolgenti come Tina Turner o Janis Joplin, con le loro ricche personalità e la loro impetuosa passione.
Dirò di più: non hanno mai incontrato Marylin Monroe, Silvana Pampanini e nemmeno Anita Garibaldi che in quanto a passione non scherzava niente.
La Generazione Gaga non si identifica con stili vocali potenti, perché le voci dei giovani che ne fanno parte si sono atrofizzate: comunicano senza parlare, con un flusso ininterrotto di telegrafici sms sparsi qua e là.
Sì ciao, questa ancora sta agli sms. Comunque fai così, guardati 30 secondi di X-Factor, goditi un paio degli acuti belluini di qualche concorrente e forse inizierai a farti un'idea di quanto siano enormi le cazzate che stai generando.
La piatta affezione di Gaga non li affligge affatto, perché non sono sintonizzati sulle espressioni del volto.
Che stupidi, vero? Ascoltano musica senza sintonizzarsi sulla mimica facciale della cantante. Davvero inaudito...
I fan di Gaga sono isolati in una tecnologia globale fatta di gadget bizzarri, ma caratterizzati da una povertà di sentimenti.
 Le linee di demarcazione sfumano tra pubblico e privato: i reality show alla televisione si moltiplicano, le conversazioni al telefono cellulare si fanno ovunque, i segreti sono sventatamente spiattellati su Facebook o Twitter. Ed ecco, infatti, Gaga chiacchierare senza motivo alcuno della sua vagina...
Ah, ma allora anche Lady Paglia è al corrente dell'esistenza del 2.0! Benone, quando avrà anche capito cos'è potremo riparlarne. Non è che su Twitter capiti poi così spesso di parlare dei propri organi genitali, e comunque bisogna precisare che il tasso erotico di siffatti post dipende molto da chi è la proprietaria della vagina in questione. Notare comunque che questo rimpianto per la privacy perduta arriva subito dopo avere magnificato le valorose proposte di fellatio che Madonna faceva in tivvù negli anni Ottanta. Notare infine che l'articolo è finito, e magari vi starete chiedendo cosa cavolo c'entri la lotta di classe evocata nel titolo del post: ebbene, c'entra esattamente quanto "La Morte del Sesso" evocata nel titolone bidone di Repubblica per cercare di rendere interessante questo schifo di pezzo. Nulla.

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